Capemort
2 min readMar 5, 2022

ANATOLY MOSKVIN: IL COLLEZIONISTA RUSSO

Quella del “Collezionista Russo” è una storia molto inquietante e a dire il vero disgustosa, parliamo infatti della vera storia di Anatoly Moskvin, il quale trafugò diversi cadaveri da alcuni cimiteri per farne un uso diciamo “particolare”.

Secondo la polizia, Moskvin rubò almeno 29 cadaveri, principalmente femminili, con le cui parti del corpo fabbricò delle bambole senza volto a grandezza naturale, mentre con i capelli produsse svariate parrucche color biondo platino.

Nell’autunno del 2011, dopo un rapido aumento di vandalismo nei cimiteri della città di Nizhny Novgorod, la polizia decise si rivolgersi per un consulto, al fine di tracciare un profilo dell’ignoto profanatore, ad Anatoly Moskvin, professore di storia molto istruito in grado infatti di parlare 13 lingue e con un dottorato in studi celtici nonché storico esperto di cimiteri locali.

Le autorità però entrate in casa di Moskvin capirono subito che il loro esperto era anche il colpevole, difatti dopo aver notato delle strane e inquietanti bambole e perquisendo l’abitazione, trovarono 29 corpi mummificati che il professore subito confessò essere reali.

Moskvin non provava alcun desiderio sessuale nel fabbricare le sue “bambole”, in realtà odiava il sesso considerandolo, parole sue, disgustoso, semplicemente era affetto da schizofrenia paranoica.

Durante il processo cercò di giustificarsi con le scuse più improbabili, di seguito infatti citiamo solo alcune delle sue dichiarazioni:

– “sperimentavo un modo per far tornare in vita le ragazze”;
– “volevo diventare un esperto nella mummificazione”;
– “ho parlato con i cadaveri e mi hanno chiesto loro di portarli fuori per una passeggiata”.

Giudicato mentalmente incapace di sostenere il processo, fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico e durante l’udienza processuale, irritato, accusò i genitori delle vittime dicendo: “Avete abbandonato le ragazze al freddo, così io le ho portate a casa per riscaldarle”.

Incredibilmente i genitori di Anatoly Moskvin che vivevano assieme a lui, non si accorsero mai del macabro passatempo del figlio, il quale fu abbastanza accorto nella fabbricazione delle sue bambole, non lasciando sospettare nulla, né tantomeno puzza.

Dal profilo tracciato di Moskvin, emerse che lo stesso da bambino fu violentato e costretto a baciare, durante una veglia funebre, il cadavere di una ragazza di 11 anni. Inoltre prima che cominciasse questo orribile “hobby”, uno dei suoi desideri più grandi era adottare una bambina ma la sua domanda di adozione fu respinta in quanto celibe. Tutto ciò portò il professore alla follia, facendo emergere in lui gli istinti più bassi e inquietanti dell’essere umano.

Fonte: Mondo Misterioso