Halloween a Napoli
Halloween era conosciuta a Napoli già nel dopoguerra, epoca in cui bambini e ragazzi già si aggiravano mascherati per i quartieri popolari chiedendo dolci e caramelle, gridando “Cicci muorti” al posto del tipico “Dolcetto o scherzetto?”.
Era usanza camminare per le strade della città con una cassetta di cartone a forma di bara, detta “o tavutiello” (piccola bara), pronunciando l’invocazione “Fate bene ai Santi morti” e cantando una filastrocca che recitava così: “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte” (Fammi del bene per i morti: in questo grembiule che ci porti? Uva passa e fichi secchi porti e fammi del bene, per i morti).
Halloween precede la festa religiosa di Ognissanti, ricorrenza in cui si fa visita ai defunti in cimitero, portando loro dei fiori, oltre a scambiarsi dolci che simboleggiano i doni offerti dai morti per confortare i vivi durante il loro viaggio. Era usanza, infatti, lasciare le tavole imbandite la sera del 31 ottobre per dare ristoro ai defunti che andavano in visita per le case.
Fonte: https://grandenapoli.it/festa-di-halloween-tradizioni-e-antiche-usanze-partenopee/