I Jinn
Era l’alba dei tempi, e la materia veniva sapientemente plasmata dalle mani del Creatore. La luce prendeva forma, addensandosi in esseri dalle ali piumate, splendenti come astri: erano gli angeli. Anche l’argilla veniva modellata con cura da Colui che è sopra ogni altra cosa, fino ad assumere l’aspetto dei primi esseri umani, nati dalla terra.
Prima però, il fuoco era divampato, e da esso erano usciti danzando i primi jinn, la potente stirpe dei geni, seducenti e pericolosi proprio come le fiamme, ma come queste, anche immensamente utili, se addomesticati.
Ve n’erano di molte specie diverse, e tra queste gli afarit erano i più attraenti, mutevoli e caldi come una fiaccola che arde nel cuore delle notti orientali.
Nei racconti del Medio Oriente, spesso questi geni controllano le piogge, pretendendo in sacrificio una fanciulla in cambio della prosperità del regno. Naturalmente, c’è sempre un eroe pronto a intervenire in salvataggio della principessa.
Anche la famosa regina di Saba proveniva dalla stirpe dei geni. Sua madre era Umayra, la figlia del re dei jinn. Fu la sposa del gran visir del regno di Saba e diede alla luce Bilqis, una bambina che venne cresciuta tra i jinn.
Con l’aiuto delle jiniri (i jinn femmina) al suo servizio, ubriacò e sedusse il crudele sovrano, riuscendo a tagliargli la testa e a prenderne il posto sul trono, divenendo la bellissima e potente Regina di Saba che destò l’interesse di Re Salomone.