Capemort
3 min readApr 20, 2022

LA REGOLA D’ORO

La Regola d’oro risale già alla tradizione vedica indiana (3000 a.C): “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te e desidera per gli altri quello che desideri e aspetti per te stesso.”
Tra le più antiche e note citazioni della Regola d’oro troviamo quelle del filosofo Confucio, vissuto in Cina nel periodo tra il VI e V secolo a.C.
Nel giudaismo troviamo la Regola d’oro dal 200 a.C. nel libro di Tobia, ma sarà l’insegnamento di Gesù Cristo a formularla nella versione positiva: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.”
Nell’età medievale verrà inserita nella Regola di san Benedetto e nella Regola non bollata di san Francesco d’Assisi.
La Regola d’oro è, dunque, presente nelle principali correnti religiose, sapienziali e filosofiche di tutto il mondo e di tutti i tempi. Ne riporto alcune formulazioni in ordine alfabetico.
Baha’ì: “Benedetto colui che preferisce suo fratello primo di se stesso” (Tavole di Bahà’u’llàh 7 – XIX secolo).
Buddismo: “Non trattare gli altri in modi che tu stesso troveresti dannoso” (Il Budda, Udana-Varga 5.18 – VI secolo a.C.).
Confucianesimo: “È il massimo dell’amabile benevolenza non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero verso di te” (Confucio, Analects 15.23 – V secolo a.C.).
Cristianesimo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Vangelo di Matteo 22, 36-40 – I secolo).
Ebraismo: “Che cosa è odioso a te, non fare al tuo prossimo. Questa è tutta la legge, tutto il resto è commento” (Talmud, Shabbat 3id – XVI secolo a.C.).
Ghandi: “Per vedere in faccia l’universale e pervasivo spirito della Verità bisogna essere capaci di amare le creature più vili come se stessi” (Il mio credo, il mio pensiero, Newton Compton, Roma 1992, p. 70 – XX secolo).
Giainismo: “Nella felicità e nella sofferenza, nella gioia e nel dolore, dovremmo considerare tutte le creature come consideriamo noi stessi” (Mahavira, 24 Tirthankara – VI secolo a.C.).
Giudaismo: “Non fare a nessuno ciò che non piace a te” (Tobia 4, 15 – III secolo a.C.).
Induismo: “Fare nulla per gli altri che, se fatto a te, ti provocherebbe dolore, questa è la somma del dovere” (Mahabharata 5, 1517 – XV secolo a.C.).
Islam: “Nessuno di voi è [veramente] credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per se stesso” (Numero 13 di Imam, Quaranta Hadith Al-Nawawi ha. 6 – VII secolo).
Nativi americani: “Il rispetto per ogni forma di vita è il fondamento” (La Grande Legge di Pace – XVI secolo).
Platone: “Posso fare agli altri quello che vorrei fosse fatto a me” (V secolo a.C.).
Proverbio Yoruba (africa occidentale): “Uno, andando a prendere un bastone appuntito per pizzicare un uccellino, dovrebbe prima provare su se stesso per sentire quanto fa male”.
Seneca: “Trattate i vostri inferiori come vorreste essere trattati dai vostri superiori” (Lettera 47 11 – I secolo).
Shintoismo: “Sii caritatevole a tutti gli esseri, l’amore è il rappresentate di Dio” (ca. 500 CE: Ko-ji-ki Hachiman Kasuga – VIII secolo a.C.)
Sikkismo: “Sono un estraneo per nessuno e nessuno è un estraneo per me. In effetti, io sono un amico di tutti” (Guru Granth Sahib, Testo delle religioni Sikk, p. 1299 – XV secolo).
Voltaire: “Mettersi al posto degli altri” (Lettere inglesi, n.42).
Zoroastrismo: “Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso” (Shayast-na-Shayast 13, 29 – tra il XVIII e il XV seolo a.C.).

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